Lo scorso 23 Giugno i cittadini britannici, con un referendum popolare, hanno espresso la volontà di “lasciare” l’Unione Europea, scegliendo la cosiddetta “Brexit”.
Tale decisione ha già iniziato ad incidere sugli scenari politici ed economici del sistema europeo. Ma quali saranno le ripercussioni sulla proprietà intellettuale? Difficile per ora prevederlo. Tra le numerose incognite del momento abbiamo però un’unica certezza: il recesso dall’Unione Europea da parte della Gran Bretagna non sarà un percorso breve – le pratiche dureranno almeno due anni con possibilità di una proroga come previsto dall’art. 50 del Trattato di Lisbona.
Occorre poi fare chiarezza tra i diversi IP Right validi nel Regno Unito. Il Brevetto Europeo – disciplinato dalla Convenzione sul Brevetto Europeo (EPC), trattato sovranazionale slegato dall’UE – ed amministrato dall’EPO – continuerà ad esser valido per il Regno Unito e nulla cambierà in tal senso. Di contro, il Regno Unito non potrà più aderire al Brevetto Europeo ad effetto Unitario, aperto ai soli Membri dell’UE; di conseguenza, la scelta di stabilire nel Regno Unito la sede del Tribunale Unificato competente per le cause brevettuali relative alla farmaceutica ed alle bio-tecnologie verrà meno.
Diverse considerazioni, invece, valgono per Marchi e Design dell’Unione Europea, strumenti disciplinati da Regolamenti Europei ed amministrati dall’EUIPO, organo comunitario. Quale il loro destino? Marchi e Design Europei saranno validi sicuramente fino al Giugno 2018, forse anche oltre. Inevitabile un intervento legislativo volto a conservare i diritti acquisiti con i predetti titoli di privativa, anche se non sono noti al momento i modi ed i tempi di tale provvedimento.
Previsioni per il futuro? Difficile fare valutazioni ulteriori in questa fase. Resta certo che la geografia europea della proprietà intellettuale è destinata a cambiare.