In una recente pubblicazione l’EUIPO (Ufficio Europeo della Proprietà Intellettuale) ha divulgato un interessante report sui risultati raggiunti in otto anni, nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2017, con le registrazioni di marchi dell’Unione europea (EUTM) e di disegni comunitari registrati (RCD).
Entrambi i diritti di proprietà intellettuale hanno raggiunto tassi di crescita eccezionali nei depositi e nelle registrazioni, nonché nell’ambito di procedure associate quali opposizioni, cancellazioni / invalidità e rinnovi. Confrontando i volumi dei depositi del 2017 e del 2010, i depositi dell’EUTM sono aumentati del 48,8%, mentre i depositi di DCR sono aumentati del 33,8%. La Germania è al primo posto nella graduatoria delle classificazioni di origine, mentre la Cina è diventata uno dei principali attori, dimostrando incredibili tassi di crescita che hanno superato ampiamente gli altri Paesi negli ultimi otto anni.
Su quest’ultimo aspetto occorre riflettere: l’espansione economica della Cina è in stato parecchio avanzato. Negli scorsi dieci anni le imprese cinesi, pubbliche e private, hanno investito in Europa 318 miliardi di dollari in 678 operazioni completate o in via di completamento, molto più che negli Stati Uniti (85 in Italia per 31 miliardi di dollari). L’intelligenza artificiale è tra i comparti guida, insieme ad energie rinnovabili, robotica e auto elettriche, su cui Pechino punta per trasformare la nazione da manifattura del mondo a pioniere della tecnologia.
Se, dunque, fino a poco tempo fa, l’emergere della potenza economica di Pechino sollevava scarsa preoccupazione nel Vecchio Continente, messa in ombra dalla crescita del mercato interno della Cina e dalle opportunità che imprese e governi europei vedevano nel Paese asiatico, oggi il trend sembra decisamente invertito ed occorre, pertanto, mettere in atto strategie adeguate senza alcun indugio.