Il nuovo strumento del Brevetto Unitario, introdotto a giugno 2023, sta registrando un’adesione crescente. La dashboard interattiva EPO contenente le statistiche UP conferma il trend del primo anno[1]: le richieste di effetto unitario nel 2024 riguardano oltre il 25% dei nuovi rilasci EP.
L’adozione del Brevetto Unitario è particolarmente rilevante nei settori tecnologici, con le tecnologie mediche, comparto dove l’Italia ha una presenza significativa, che nel 2024 rappresentano circa il 12% delle richieste, evidenziando l’importanza del sistema per le imprese che operano in questo ambito. Al contrario il settore farmaceutico, che nello scorso anno guidava le classifiche per richieste di opt-out dalla giurisdizione del nuovo Tribunale unificato dei brevetti, coerentemente è solo al nono posto per numero di richieste di effetto unitario, confermando l’approccio prudente di questo settore nei confronti dell’UPC e una maggiore fiducia nelle corti nazionali.
In Italia – che ha ratificato l’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti già nel 2016, dimostrando un impegno precoce verso questo nuovo sistema – sembra crescere l’interesse e la fiducia per il Brevetto Unitario, forse anche a seguito dell’istituzione a Milano della terza divisione centrale del TUB, che prima della Brexit doveva avere sede a Londra.
Il nuovo strumento si sta dimostrando particolarmente vantaggioso per le piccole e medie imprese (PMI) e le start-up italiane, grazie ai costi ridotti legati alla convalida e alle traduzioni, rispetto alla procedura tradizionale di convalida nazionale. A oggi infatti l’Italia si posiziona tra i primi dieci Paesi in Europa per richieste di brevetto unitario; un dato in evoluzione che si riflette nelle statistiche relative ai requisiti linguistici; l’italiano è infatti la quarta lingua utilizzata per la traduzione[2] dei Brevetti Unitari, dopo spagnolo, inglese e tedesco. Sebbene non sia tra i primissimi posti dominati da Paesi come Germania e Francia, sta comunque giocando un ruolo significativo nel panorama brevettuale europeo.
L’adozione del Brevetto Unitario in Italia continuerà probabilmente a crescere, soprattutto in contesti industriali in cui le aziende cercano di proteggere le loro invenzioni con una copertura ampia a costi inferiori, rispetto alla convalida singola in più paesi.
[1] Va infatti considerato, guardando le statistiche del 2023, che il nuovo strumento era disponibile solo per i rilasci intervenuti nella seconda metà dell’anno
[2] Durante il periodo transitorio, infatti, laddove la lingua di procedura non sia l’inglese, deve essere presentata una traduzione del brevetto in inglese; se invece la lingua di procedura è l’inglese, la traduzione può essere fornita in una qualsiasi delle altre lingue ufficiali EU.