Mentre il marchio individuale ha il compito di distinguere il singolo prodotto o servizio di un imprenditore, il marchio collettivo è un segno distintivo che tutela il consumatore certificando particolari caratteristiche qualitative riferite alla provenienza geografica, all’ubicazione e modalità del processo produttivo nonché alla qualità del prodotto.
La registrazione del marchio collettivo viene concessa non ad un singolo imprenditore, bensì ad Associazioni o Enti che svolgono appunto la funzione di garantire l’origine, la natura, e la qualità di determinati prodotti o servizi.
Le Associazioni o Enti hanno poi la facoltà di concederne l’uso, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, a produttori o commercianti. Indirettamente produce anche l’effetto di collegare i prodotti alle imprese appartenenti all’Ente o all’Associazione.
Alcuni esempi di marchio collettivo:
Made in Italy 100%, marchio collettivo italiano che indica che un prodotto o un servizio è completamente progettato, fabbricato e confezionato in Italia. Secondo uno studio di mercato realizzato dall’azienda di consulenza KPMG, Made in Italy è il terzo marchio al mondo per notorietà dopo Coca Cola e Visa; viene utilizzato soprattutto per la moda, il cibo, l’arredamento e la meccanica (automobili, disegno industriale, macchinari e navi); settori noti anche come “Le quattro A” (Abbigliamento, Agroalimentare, Arredamento e Automobili)
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Vero Cuoio Italiano, gestito dal Consorzio Vero Cuoio Italiano formato da 12 concerie della provincia di Pisa; |
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Pura Lana Vergine, marchio collettivo gestito dalla società australiana Woolmark Company; |
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NatoBrigante, marchio collettivo per la certificazione dei prodotti del Sud Italia |
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Vetro Artistico Murano, marchio collettivo di proprietà della Regione del Veneto a tutela dei manufatti artistici in vetro realizzati nell’isola di Murano. |
Oltre ai documenti di routine, alla richiesta di un marchio collettivo deve essere allegato un regolamento che preveda tra le altre cose l’uso del marchio, i controlli e le relative sanzioni ed eventualmente un disciplinare di produzione.