Ebbene sì, l’Italia ha battuto la concorrenza degli altri Paesi UE per tasso di concessione dei brevetti nel 2017!
L’EPO (l’Autorità europea per i brevetti) ha recentemente pubblicato il consueto report annuale nel quale sintetizza i principali risultati ottenuti in Europa nella protezione della proprietà industriale, rendendo noti una serie di dati sulle domande di brevetto presentate nel 2017 da aziende e inventori di tutti i Paesi Ue.
È emerso che le domande italiane sono aumentate del 4,3% l’anno scorso (sul 2016), passando da 4.172 a 4.352. Molto più della media dei 28 Paesi, che si è fermata ad un +2,6%.
Sebbene ancora il nostro Paese presenti meno domande dei principali partners UE (le domande italiane sono infatti appena il 3%, le olandesi il 4%, quelle francesi il 6% e le tedesche addirittura il 15% del totale depositato), comunque, dopo la fase di esame, che può durare sino a 3/4 anni, più di 6 richieste italiane su 10 diventano brevetti.
Il nostro rapporto di concessione sul totale delle domande depositate negli ultimi 5 anni è infatti di quasi il 65%. Gli altri Paesi invece si arrestano sotto la soglia del 60 per cento. In Germania, in particolare, il rapporto di concessione si ferma al 59,4%, in Francia è al 56,5%, nel Regno Unito scende sino al 45,5% e nei Paesi Bassi dove meno di 1 domanda su 4 si trasforma in brevetto (39,8%).
Il potenziale di creatività e capacità innovativa del nostro Paese è quindi ancora molto elevato, siamo ancora un popolo di inventori, anche se tuttora molto prudenti o comunque poco incentivati su questo tipo di investimento. Persiste purtroppo ancora una sottovalutazione delle potenzialità legate ad un brevetto ed inoltre i costi della brevettazione possono essere disincentivanti, specie per il singolo inventore o per le Pmi che rappresentano il comparto industriale del nostro Paese.
Se i brevetti possono rappresentare la volontà di innovarsi di un Paese, questi risultati incoraggianti dimostrano che l’Italia ha voglia di ripartire ed in un certo senso nell’ambito della ricerca lo ha già fatto, credendo nel suo spirito creativo ed innovativo. La strada intrapresa è dunque quella giusta, ma c’è ancora molto da migliorare.