Un’ interessante recente sentenza si è pronunciata in tema di somiglianza grafica tra due marchi di birre, una, la November Ray, prodotta da un piccolo birrificio leccese, denominato B94, l’altra appartenente alla gamma Nørden del colosso Ceres.
Sia la birra salentina, la November Ray, che la Gylden Ipa delle Nørden di Ceres, risultavano graficamente caratterizzate da una analoga lettera ‘N’ di grandi dimensioni e di colore blu della stessa tonalità, campeggiando sulle rispettive etichette in maniera molto somigliante.
Vi era effettivamente una notevole somiglianza ed un conseguente rischio di confusione tra i due segni distintivi, peraltro destinati a contraddistinguere prodotti identici.
Sulla base di tale presupposto, la B94 ha agito in giudizio per ottenere tutela dei diritti discendenti dal proprio marchio anteriore. Ebbene, il marchio anteriore, quello dell’azienda artigianale salentina, dopo una lunga battaglia legale, ha ottenuto pieno riconoscimento dal Tribunale di Bari che, accogliendo le richieste del birrificio B94, ha stabilito l’esistenza di un rischio di confusione tra i due segni distintivi ed ha pertanto imposto a Ceres di ritirare dal commercio le bottiglie confondibili imponendo altresì il rimborso delle spese processuali.
È interessante notare come, forse consapevole della propria posizione, Ceres abbia tentato a più riprese di raggiungere una soluzione transattiva con l’azienda salentina, la quale tuttavia ha sempre rifiutato ogni proposta di accordo nel corso del giudizio ed ha così ottenuto la più ampia tutela dei propri diritti di esclusiva.
Il titolare di B94, il Sig. Raffaele Longo, ha dichiarato: <<Era una notizia che andava resa pubblica per rendere omaggio ai sacrifici che i birrai artigiani, in prima persona, quotidianamente sostengono nella produzione della birra artigianale, e anche agli sforzi delle piccole imprese, che spesso sono costrette a funzionare come le ‘grandi’, in un oceano abitato da esemplari di grossa taglia. Sosteniamo le nostre aziende con cura e passione>>.